E una donna
che teneva un bambino al seno disse:
“Parlaci dei figli”.
Ed egli disse:
I vostri figli non sono vostri figli.
Sono figli e figlie del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono. 
Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime
dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni. 
Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né  indugia sul passato.
  
Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce
volino veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia
dalla mano dell’Arciere;
poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo”. 

Kahlil Gibran

…ti hanno raffigurato in mille modi e per questo ci hai altrettante volte spaventato. Sei nei nostri sogni, dietro l’angolo di casa, nei fatti della vita. Rappresenti la nostra angoscia, i nostri dubbi, la nostra miseria. Ma ora stai esagerando. Quanto bisogna urlare per rappresentarti ora il nostro sdegno? Con quanta voce dobbiamo gridarti in faccia che ormai stai barando nel gioco più antico e scontato del mondo. Eppure sai quanto è facile sopraffarci, distruggerci, annullarci. Ma almeno rispetta le regole. Quelle che hai dettato fin dall’inizio, quelle con cui ci rapportiamo in ogni istante della nostra vita. Questa vita che è sempre più in balia delle tue stramberie, delle tue ingiustizie, dei tuoi continui mutamenti d’umore. Ma come puoi pensare che si resti muti di fronte ad un dolore così grande? Perché ancora una giovane? C’eravamo noi, chi più e chi meno, pronti da tempo. Noi che abbiamo vissuto, che abbiamo apprezzato e disprezzato questa vita. Noi che li abbiamo cresciuti, che li abbiamo sorretti nei primi passi, noi che ci abbiamo giocato e, con loro, riso e pianto. Noi che per loro e di loro abbiamo sognato e immaginato. Noi che avremmo sicuramente strappato meno lacrime e lasciato meno vuoto. Noi che ora ti gridiamo in faccia tutto il nostro disprezzo perché non è giusto sopravvivere ai nostri figli, perché sei riuscita ancora una volta a fermare il mondo, ancora una volta a rendere irrespirabile l’aria e perché ci hai tolto ancora un pezzo di quella vita che provi ogni giorno a portarci via. Ma tu che vivi nell’ombra, dove il sole non riscalda, tu che non hai provato nessuna emozione dinanzi a quegli occhi verdi, sappi che, quando vorrai, ci troverai sì inermi, ma questa volta rassegnati, senza più la paura d’incontrati e, credimi, dovrai tapparti le orecchie perché continueremo a gridarti in faccia il nostro sdegno, il nostro disprezzo, il nostro incolmabile dolore, la nostra rabbia.
E che tutto questo ti accechi ancor più di quanto tu non veda, ti geli ancor più di quanto il tuo essere ti intorpidisca, ti stremi ancor più di quanto hai questa volta distrutto noi. Per il dolore di una comunità intera, per ogni sorriso che ci hai strappato, per Giulia.

by Anonimo


Nella vita di tutti i giorni forse non ci accorgiamo di quanto è inutile vivere senza amore, senza apprezzare quello che con un secondo ci viene tolto. Perché non la possediamo, abbiamo solo la possibilità di gestirla questa vita e dobbiamo cercare di farlo al meglio…. Ora per tua e per nostra sorte ci troviamo a scontrarci contro un muro troppo duro, impenetrabile. Quel muro che tu, Bella tra le belle, con l’aiuto dei tuoi familiari, sei riuscita ad erigere. Esso, mattone dopo mattone, esperienza dopo esperienza, designava la tua vita, i tuoi progetti, il tuo futuro. Portando all’orizzonte quella positività, quel sorriso, quella luminosità che troppo aspramente e precocemente ti è stata tolta. Con amarezza, mi trovo a scrivere questo poco, questo niente….. Testimonianza di un furto di vita, di un’ingiustizia che non potremo mai giustificare. La rabbia e la rassegnazione di un ragazzo sognatore, la cui vita è stata poco tenera, il vuoto e la sorpresa che hai lasciato, mi trafigge il cuore…
Piccola, voglio ricordarti con quel bel sorriso, con quel tuo abbigliamento molto curato e quella signorilità da prima donna, che poco si addice ad una giovane adepta della vita. Anche questo ti rende speciale. …Quel mio primo ricordo, di te, che risalivi il corso di Cittareale verso la piazza. Avevi poco, non so forse quattro, cinque anni, simpatica, allegra, spensierata, pronta ad affrontare quella nuova giornata piena di giochi e di scoperte. …Ti ricordi quando stavi per andare ad Eurodisney con i tuoi famigliari? Non vedevi l’ora di partire; ed i racconti tuoi e di tuo fratello al ritorno, mi facevano quasi invidia, facendomi rivivere allo stesso tempo quell’ aria magica che avevate respirato in Francia. Raggio di sole ascoltami se puoi, cerca di stare bene e veglia sulla tua famiglia, sono delle grandi persone che non meritavano questo immenso dolore!! Con queste due righe voglio solo dirti che ti porterò nel mio cuore per sempre, il tuo ricordo non morirà, la bella Giulia vivrà con me e con tutti noi, per sempre!!! Con il cuore straziato, ti dico solo che sono stanco di ricordare queste giovani morti, forse queste inutili morti sarebbe meglio! Per piacere ragazzi, impegniamoci a vivere, cerchiamo di stare più attenti, non voglio credere che ad ogni fine estate, dopo tantissimi momenti passati insieme e in allegria dobbiamo piangere qual’uno…non è giusto! Cerchiamo di non innescare questa via perversa senza ritorno. Signorina dalle folte chiome dorate, ti voglio immaginare al fianco d’Alessio, mentre spensierati v’incamminate verso la Vita eterna, forse la vera vita.
Ragazzi un ultimo sentito forte abbraccio, cercate di riposare in pace,
adesso e per sempre.

by Anonimo